2017

La danza


Tra i divertimenti delle famiglie medioevali Astesi: la danza
Tra il 1300 ed il 1400 erano numerose le famiglie aristocratiche – tra queste Asinari, Solari, Guttuari, Isnardi, Roero - che risiedevano nella città di Asti. Gli uomini erano dediti al commercio e soprattutto al prestito su pegno nelle casane d’Oltralpe, cui facevano ricorso nobili, alti prelati, sovrani e addirittura papi. Le donne si dedicavano ad attività dentro le mura domestiche: ricamo, pittura, copiatura di manoscritti ed educazione dei figli. Il tempo libero era dedicato a vari passatempi, tra i quali la danza godeva di particolare prestigio. Pur mancando documentazione specificamente astigiana, si sono conservati documenti trecenteschi in cui sono descritti i passi e in taluni casi le musiche di danze quali saltarello, trotto, carola, farandola, manfredina ed estampida. Il Borgo San Marzanotto intende rievocare le due danze più antiche di cui si è giunta notizia ai giorni nostri, la manfredina e la farandola.
La manfredina è un ballo di coppia contraddistinta dalle figure della riverenza, della ripresa, del dondolio, del passo semplice e del passo doppio. E’ una danza dall’incedere lento e solenne, che nasce nel 1300 come una passeggiata e si evolverà nella pavana delle corti rinascimentali italiane.
La farandola invece è una danza più vivace, di gruppo, nella quale i partecipanti si tengono tutti per mano e danzando compongono varie figure legate ai riti agrari quali la chiocciola ed il serpente. A questo ballo è riconosciuto anche un significato rituale: è detta anche “danza del labirinto”, perché il labirinto ha sempre un’uscita, e “danza della morte e della rinascita”, perché tutti i partecipanti devono percorrere lo stesso cammino abbandonandosi alla volontà di chi conduce la danza.
La danza vuole simboleggiare un viaggio collettivo attraverso l’esistenza della vita verso la sua misteriosa conclusione.
NOTA BENE Samhain è il capodanno celtico: credo sia meglio evitare certe commistioni
Bibliografica:
“Storia della danza e del balletto” di Alberto Testa edito da Cattia Salto nel 2001